Nel 2026 il bonus ristrutturazione casa potrebbe tornare al 50%, ma il governo è a caccia di fondi per sostenere la misura.
Nel panorama delle agevolazioni fiscali italiane, il bonus ristrutturazione casa è da anni uno degli strumenti più utilizzati dai cittadini per migliorare il proprio immobile. Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio 2026, torna al centro del dibattito politico l’ipotesi di ripristinare la detrazione fiscale al 50% per gli interventi edilizi, oggi ridotta al 36% per molte tipologie di abitazioni. A sollevare la questione è stata la viceministra dell’Ambiente Vannia Gava, che ha dichiarato di voler rendere la misura più appetibile e immediata anche attraverso la possibilità di usufruirne in 5 anni anziché in 10.
Tuttavia, le possibilità di realizzare questi interventi dipendono da un fattore cruciale: la disponibilità economica. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già evidenziato come le risorse per la prossima manovra finanziaria siano limitate. Come riportato da tg24.sky.it, secondo le stime riportate da Il Sole 24 Ore, per evitare un ridimensionamento dei principali bonus edilizi sarebbero necessari circa due miliardi di euro. Una cifra importante, difficile da reperire senza incidere su altri capitoli di spesa pubblica.

Il rischio tagli ai bonus edilizi nel 2026
Il nodo centrale resta quindi quello dei fondi. Mantenere la detrazione al 50% per le ristrutturazioni sulle abitazioni principali – e non solo – richiederebbe un impegno finanziario rilevante. In mancanza di interventi, la normativa attuale prevede una riduzione delle aliquote: al 36% per le prime case e al 30% per le seconde abitazioni già nel biennio 2026-2027. Questo significherebbe un ritorno a condizioni meno favorevoli, con il rischio concreto di frenare gli investimenti nel settore edile e incentivare il ricorso al lavoro irregolare.
Anche Ecobonus e Sismabonus, strumenti fondamentali per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili, potrebbero subire lo stesso destino, con una prevista discesa dell’aliquota al 30%. Le parole della premier Giorgia Meloni, critiche verso il Superbonus, confermano una linea di prudenza fiscale che rende incerto il futuro di tutte le agevolazioni.
Le proposte alternative e l’attesa per la Legge di Bilancio
Dalle opposizioni, in particolare dal MoVimento Cinque Stelle, arrivano proposte per rendere più equi e selettivi i bonus, premiando ad esempio gli immobili più efficienti dal punto di vista energetico. Il senatore Stefano Patuanelli ha suggerito di ridurre la tassazione per gli immobili che abbiano già subito interventi migliorativi, sia sulle imposte dirette che su quelle indirette. Ma anche in questo caso, tutto dipenderà da quanto spazio di manovra lascerà il bilancio dello Stato.
In attesa del testo ufficiale della Legge di Bilancio 2026, resta quindi l’incertezza. La possibilità di mantenere o ripristinare il bonus ristrutturazione al 50% appare concreta solo se si riuscirà a individuare coperture stabili e credibili. Fino ad allora, cittadini e imprese dovranno restare in attesa, pronti ad adeguarsi a un panorama normativo in continua evoluzione.